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Rapporto Fipe 2017: i numeri confermano un trend di ripresa

Rapporto Fipe 2017: i numeri confermano un trend di ripresa
Il volano della ripresa dei consumi in Italia? Sono (forse neanche tanto a sorpresa) bar e ristoranti. È quanto emerge in prima, inequivocabile battuta dall’ultimo Rapporto Ristorazione di Fipe, quest’anno dedicato a Gualtiero Marchesi, “intelligenza e umanità della ristorazione italiana”.

Dall’analisi condotta dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi si evidenzia un quadro piuttosto ottimistico: il 36% dei consumi alimentari complessivi è coperto da quelli fuoricasa e, nel settore, il fronte occupazionale ha registrato un promettente +3,3% rispetto all’anno precedente. “I numeri confermano un trend di ripresa che porta i consumi nella ristorazione al livello pre-crisi – ha commentato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe –. Anche sotto il profilo dell’occupazione, il nostro settore è tra i pochi in grado di creare nuovi posti di lavoro. Restiamo la componente principale della filiera agroalimentare italiana nella creazione di valore e occupazione”.
In effetti, tra i punti di maggior interesse del rapporto predomina la crescita dei consumi fuori casa: la sola ristorazione ha guadagnato una domanda di circa 2,5 miliardi di euro e nel terzo trimestre del 2017 il clima di fiducia delle imprese è cresciuto addirittura di 14 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2016.


Il numero delle imprese continua a calare

Nel settore, tuttavia, non mancano le ombre, rappresentate dall’elevato turnover imprenditoriale. Se nel 2016, infatti, 15.714 imprese hanno avviato l’attività, circa 26.500 l’hanno cessata, con un saldo negativo di oltre 10mila unità. Lo stesso trend è tracciato anche nei primi nove mesi del 2017: a fronte di 10.835 nuove imprese, 19.235 hanno chiuso i battenti.


Più ristoranti che bar

È la Lombardia a confermarsi la prima regione per numero di attività, con il 15,4% del totale, seguita da Lazio (10,9%) e Campania (9,5%). La rete dei pubblici esercizi si rivela capillare e presente sull’intera Penisola, nei piccoli come nei grandi centri. E appare interessante il sorpasso dei ristoranti (177.241 unità) sui bar: un dato che si lascia spiegare anche dal fatto che gli imprenditori preferiscono qualificarsi tali per disporre di meno vincoli nello svolgimento dell’attività.

 

L’identikit degli avventori

Numeri a parte, il rapporto, come sempre, scatta un’istantanea delle nuove tendenze emerse, tracciando pure un profilo del consumatore tipo. Gli oltre 39 milioni di persone che consumano pasti fuori casa appaiono così segmentati: 13 milioni di heavy consumer, per lo più uomini tra i 35 e i 44 anni e residenti al Nord-Ovest, che si concedono quattro-cinque pasti fuori casa a settimana; 9,7 milioni di average consumer, che consumano almeno due-tre pasti a settimana al di fuori delle mura domestiche, anche in questo caso in prevalenza uomini, 18-24enni e residenti nel Centro Italia; 16,5 milioni di low consumer (soprattutto donne over 64, residenti nel Nord Italia), che escono due-tre volte al mese.

 

Qualità del cibo, punto di forza del pubblico esercizio

Per chi si trova a pranzare fuori per lavoro il punto di forza di un pubblico esercizio è la qualità delle proposte, oltre alla vicinanza al luogo di lavoro, la rapidità del servizio e i prezzi.

Emerge, poi, che ancora molti non dispongono del servizio sostitutivo di mensa: solo il 43,2% dei lavoratori dipendenti del campione (il 58% del totale) li riceve dal proprio datore di lavoro.

Per la cena, infine, il 60,9% degli interpellati ne ha consumata almeno una fuori casa nel mese tipo di riferimento. In questo caso la tipologia di locale scelto è la pizzeria o la trattoria, per una fascia di prezzo tra i 10 e i 20 euro, mentre più di un terzo dei consumatori riserva a una singola cena dai 21 ai 30 euro. Solo un intervistato su 100, infine, è disposto a pagare oltre 50 euro.

 

Tutti i numeri della ristorazione
  • 41 miliardi di euro: valore aggiunto della ristorazione, settore trainante della filiera agroalimentare italiana
  • +2,4 miliardi di euro: la crescita dei consumi in Italia dall’inizio della crisi a oggi
  • oltre 83 miliardi di euro: la spesa delle famiglie italiane nel 2017 per mangiare fuori casa (+3% rispetto al 2016)
  • 1.190 euro: i consumi pro capite
  • 329.787: le imprese di ristorazione attive
  • +17%: la crescita dell’occupazione dall’inizio della crisi
  • oltre 5 milioni: gli italiani che fanno colazione tutti i giorni al bar
  • 13 milioni: le persone che pranzano abitualmente fuori casa
 

www.fipe.it

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